psicologia psicoterapia neuroni specchio cuneo psicoterapia breve, self mirroring psychotherapy,- Self Mirroring Therapy
Finora non si era parlato molto della funzione dei neuroni specchio nell’uomo, si è dovuto attendere fino al 2003 quando Vittorio Gallese pubblicò questo articolo.
The manifold nature of interpersonal relations: the quest for a common mechanism.
Philos Trans R Soc Lond B Biol Sci. 2003 Mar 29;358(1431):517-28.
Gallese V.
In cui collegava l’attività del sistema mirror alle relazioni umane ed all’empatia. La firma di un unico autore in calce ad un articolo scientifico non è un evento comune ai nostri tempi, perché la ricerca scientifica oggi non è l’opera di uno scienziato solitario chiuso nel suo laboratorio, ma il frutto di una collaborazione tra ricercatori con competenze diverse che lavorano ad un progetto comune. Per questo l’unica firma è un evento raro e non casuale. Spesso significa che l’autore vuol rimarcare la paternità di una ipotesi, ( o che nessun altro ha voluto sottoscriverla). Non so quale di queste due ipotesi si attagli a questo studio, ma l’ipotesi era veramente geniale e l’articolo affascinante; in poche parole l’autore sostiene che ciascuno di noi quando vede un altro essere umano manifestare un’emozione la riproduce contraendo i muscoli del proprio volto in modo da simularla, e che percepisce l’emozione sentendola dentro di sé come se le due persone diventassero per così dire una cosa sola per un attimo condividendo nel proprio corpo quella specifica emozione. Questa interazione è automatica inconscia pre riflessiva ed in dipendente dalla volontà dell’individuo. Sono particolarmente affezionato a quest’articolo perché insieme al dottor Maurizio Speciale lo abbiamo lungamente studiato ed ha rappresentato il primum movens per ideare la Self mirroring therapy, che sfrutta proprio questo meccanismo di simulazione delle emozioni percepite per aiutare i pazienti a riconoscere le proprie emozioni.
Potete leggere il full text dell’articolo qui.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1693141/pdf/12689377.pdf
Tanto per non essere monotono gli articoli di questo mese sono due, entrambi del gruppo di Rizzolatti. Per noi son passate solo quattro settimane, ma per i ricercatori dell’Università di Parma sono passati 4 anni di intense ricerche ed i risultati si vedono! Dal timido articolo del 1992 in cui i neuroni specchio non avevano ancora un nome né molte ipotesi sul loro ruolo neurofisiologico sono nati due articoli molto più corposi. Il primo: Cognitive Brain Research 3 (1996) 131- 141 Premotor cortex and the recognition of motor actions Giacomo Rizzolatti, Luciano Fadiga, Vittorio Gallese, Leonardo Fogassi (lo trovate qui), https://www.academia.edu/2207324/Premotor_cortex_and_the_recognition_of_motor_actions
è un articolo teorico, in cui si ipotizzano i ruoli possibili del sistema mirror.
Il secondo: Action Recognition in the Premotor Cortex. Brain. 1996 Apr;119 ( Pt 2):593-609 V Gallese 1, L Fadiga, L Fogassi, G Rizzolatti sullo stesso argomento è pubblicato su Brain, una bibbia per i neurologi.
Io l’ho trovato qui https://pdfs.semanticscholar.org/1aff/757609a0079c95b0a181d79f6ea362d0ca82.pdf.
E’ curioso notare che nell’abstract e nella prima parte dell’articolo il termine “mirror” associato alla classe di neuroni appena scoperti è scritto tra virgolette, quasi a cautelarsi , a non andare troppo oltre nelle supposizioni sul ruolo di queste cellule cerebrali. Solo nella discussion il termine mirror neurons è scritto senza virgolette, di lì in poi non ci sarà più bisogno di brakets, i neuroni specchio (MN) hanno acquistato dignità scientifica ed il loro nome è uno dei termini neuro scientifici più usati anche dai non addetti ai lavori. Ma a cosa servono i MN? I ricercatori di Parma fanno varie ipotesi: